in evidenza
In cerca di volti. La lettera del Vescovo Domenico
Continua
Orari messe Contattaci Mappa della Diocesi

Cerca nel sito della Diocesi

Cercheremo di mostrati i risultati che corrispondono il più possibile a quello che stai cercando.

L'immagine: icona della Pentecoste

indietro
Home page  /   Quaresima e Pasqua 2023  /   L'immagine: icona della Pentecoste

L’icona riproposta come immagine che accompagna il tempo di Quaresima e di Pasqua per la nostra diocesi è custodita nel monastero Santa Maria Mater Ecclesiae delle clarisse sacramentine situato a Novaglie (Verona). È stata scritta da suor Maria Cherubina di Gesù.

Passarelli, l’icona della Pentecoste, la casa di Matriona, Milano 1993

“Nei primi tre secoli, durante tutta la Cinquantina pasquale si celebrava un’unica festa, quella del Giorno che ha fatto il Signore, e nel quale ci ha illuminati dandoci la salvezza. Non si celebrava il solo evento storico della Risurrezione, bensì unitamente ed inseparabilmente le gloriose Apparizioni agli Apostoli, l’Ascensione e la Discesa dello Spirito Santo. Se la Domenica è il primo e l’ottavo giorno, la grande domenica della Cinquantina si apre con il giorno della Risurrezione e si sviluppa su una settimana di sette settimane.

Per questo, la nostra icona rappresentante del filone iconografico tradizionale, va al di là della rappresentazione storica dell’evento; essa presenta misticamente la Chiesa che nasce, una visione dal di dentro e come al di là del racconto immediato degli Atti degli Apostoli. La tipologia iconografica per la festa di Pentecoste è costante, anche se si registrano delle varianti più o meno significative su cui hanno discusso a lungo teologi e storici dell’arte. La variante di gran lunga più importante è la presenza della Madre di Dio al centro del consesso degli apostoli…. Troviamo la Madre di Dio nell’iconografia più antica … per poi essere riproposta solo dalla fine del XVI secolo in poi. La sua presenza è stata spiegata anche come conseguenza della trasformazione del significato dell’icona delle Pentecoste da storica a simbolica, considerando la reintroduzione della Vergine in Occidente, e poi in alcuni filoni iconografici bizantini, quale frutto dell’influsso dello sviluppo del culto mariano avuto con Bernardo di Chiaravalle. La Vergine sta lì a duplicare la figura della Chiesa rappresentata dal corpo degli Apostoli. L’icona non è una illustrazione del testo degli Atti, ma confronta i testi delle Scritture, segue la liturgia e traccia un’immensa prospettiva che sorpassa un frammento di storia per esprimere la parola interiore degli avvenimenti.

L’icona mostra il collegio dei dodici apostoli; è l’uno della Chiesa che attende di essere rivestito di potenza dall’alto per presentare la pienezza di Colui che riempie tutto in tutti.

Due case simili a torri riempiono gli spazi laterali sino al limitare superiore della raffigurazione. In tal modo si vuole significare che la scena si svolge nella camera alta di Sion, quella dell’Ultima Cena, che divenne dopo la Resurrezione, il luogo dove si radunavano gli apostoli e i discepoli a pregare. È aperta solo in alto, dalla parte da dove provengono le lingue di fuoco. Cirillo di Gerusalemme nella sua Catechesi ha spiegato che lo Spirito discese per rivestire di forza gli apostoli e per battezzarli. Dice il Signore: Fra pochi giorni sarete battezzati dallo Spirito Santo. Lo Spirito entra nell’intimità dell’anima … e riempì la casa in cui erano seduti. La casa divenne come il ricettacolo dell’acqua spirituale: i discepoli vi sedevano dentro e la casa fu tutta ripiena.

Gli Apostoli, seduti su una tribuna a ferro di cavallo, dal momento in cui ricevettero lo Spirito annunciarono la Parola, l’evangelizzazione che prese il via dal loro stare insieme come in un consesso, un sinodo, perciò le icone che raffigurano i Concili Ecumenici riproducono lo stesso schema iconografico di questa festa”.

“Hai inviato generosamente lo Spirito di verità che rinnova i tuoi discepoli. Ecco perché come un’arpa melodiosa toccata dal divino plettro, essi hanno fatto risuonare per l’universo, o Salvatore, il tuo insegnamento e la tua provvidenza” - TROPARIO BIZANTINO


Scarica la spiegazione in formato .pdf