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Materiali scaricabili:
Indicazioni liturgiche (formato pdf)
Lode a te o Cristo (m° Geraci)
Perdona o Signore (m° Geraci)
Celebrazione penitenziale con assoluzione generale
Intenzioni preghiera universale (Venerdì Santo)
Salmodia Responsoriale Pasqua (m° Geraci)
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!
Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza». (Christus vivit n. 1-2. MR 143.)
Le parole che aprono l’esortazione apostolica Christus vivit descrivono bene il percorso spirituale che la liturgia ci propone nel tempo liturgico di Quaresima e di Pasqua. A partire dalla risurrezione di Gesù siamo chiamati a rinascere dall’alto e ad abbracciare una vita nuova. Essere “vivi in Cristo” significa gustare la pienezza della vita che si sperimenta nella relazione con Dio.
Questa espressione, che fa da guida al cammino della diocesi di San Zeno è tolta, come per il tempo di Avvento, dalla lettera agli Efesini nel tratto che accompagna la liturgia della IV domenica di Quaresima dove si proclama: «Dio ricco di misericordia ci ha fatto rivivere in Cristo» (Ef 2,5).
Primariamente la Quaresima è un tempo penitenziale dove siamo chiamati a lasciare spazio ad un modo diverso di stare al mondo, che non dipende dalle nostre capacità e non è frutto della nostra conquista, ma ha origine dalla misericordia di Dio, che ci ha innestati in Cristo in virtù del Battesimo. L’essere nuova creatura (2Cor 5,17) nella gratuità dell’iniziativa divina ci porta, in secondo luogo, a vivere in modo differente la nostra esistenza. Quindi questo tempo è anche l’occasione per crescere nella comunione che è la piena espressione della vita divina. Entrambe queste sfumature si ritrovano nell’espressione “Vivi in Cristo”.
«È un titolo volutamente ambiguo, che si presta ad una duplice interpretazione giocando sulla prima parola: “vivi”. Potremmo leggerla come un aggettivo declinato al plurale che rimanda all'identità battesimale; ma potremmo anche intenderla come un imperativo singolare che esorta ad essere Corpo di Cristo e identifica così la dimensione eucaristica. Ambedue le interpretazioni portano in sé la dimensione pasquale che in questo tempo suona come una chiamata ai cristiani a non lasciarsi dominare dalla paura e dalla morte per vivere la testimonianza di chi ha incontrato il Signore».
Nutrendoci dell’Eucaristia sperimentiamo la vita divina che ci viene donata e gustiamo un nuovo modo di stare al mondo che ci permette di affrontare con speranza il tempo presente. Nella condivisione del pasto Eucaristico si realizza la dimensione evangelica dell’esistenza che è il vivere da fratelli e sorelle. Sentiamo quanto questa realtà della fede cristiana sia carica di profezia per il tempo presente segnato dalla pandemia e dai disagi economici, sociali, psicologici e relazionali che ne conseguono.
È importante vivere la Quaresima con alcune attenzioni rituali specifiche:
Di seguito si pongono in evidenza alcune linee utili per la predicazione a partire dai riferimenti all’Eucaristia:
I Domenica:
Il regno di Dio è vicino convertitevi e credete nel Vangelo”. L’annuncio di Gesù inaugura la venuta del Regno di Dio nella storia degli uomini. Tutta l’umanità è chiamata ad aprire il cuore a questo annuncio. L’Eucaristia manifesta la prossimità di Dio in Cristo Gesù. Nel sacramento dell’Eucaristia Lui si fa prossimo a noi.
II Domenica:
“E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù”. La trasfigurazione mette in luce come Cristo è il compimento della storia della salvezza (Elia e Mosè). L’Eucaristia trasfigura la nostra vita facendoci fare esperienza della trasparenza dell’amore di Dio in Cristo Gesù. Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo è trasfigurazione dell’amore di Dio.
III Domenica:
“Egli parlava del tempio del suo corpo”. La rivelazione di Gesù porta a compimento l’antica legge e il corpo del risorto è il nuovo tempio in cui incontrare Dio. L’Eucaristia svela e rivela il mistero del corpo glorioso di Cristo custodendo, nella mediazione sacramentale, la possibilità di poter entrare in contatto con Lui.
IV Domenica:
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito”. In Cristo Dio continua ad agire nella storia, come già fece con il popolo in esilio, a noi il compito di accogliere con fede questo dono di grazia. Noi possiamo realmente “rivivere con Cristo” perché nel suo amore ci è stata donata la vita eterna. L’Eucaristia è farmaco di immortalità.
V Domenica:
“Se il chicco di grano muore, produce molto frutto”. Gesù che viene innalzato da terra muore come il chicco di grano per portare frutto e compiere l’alleanza promessa da Dio perché tutti possiamo conoscere il suo amore. Nello spezzarsi del pane eucaristico contempliamo il dono di Cristo per ciascuno di noi.
Domenica delle Palme:
“Prendete, questo è il mio corpo” Gesù viene consegnato nelle mani dei peccatori (Mc 14,41) e oggi si consegna a noi perché possiamo consegnarci a Lui e lasciare che possa entrare come re di pace nella nostra umanità travagliata e nel nostro cuore ferito dal male. L’eucaristia è pane del cammino che ci sostiene giorno dopo giorno nel pellegrinaggio terreno.
Triduo Pasquale:
una buona meditazione, in vista della predicazione, potrebbe essere lasciarsi provocare ogni giorno da uno dei nomi con cui viene chiamato, nel Catechismo della Chiesa cattolica, il sacramento dell’Eucaristia:
Messa in Coena Domini: Cena del Signore, perché si tratta della Cena che il Signore ha consumato con i suoi discepoli la vigilia della sua passione e dell’anticipazione della cena delle nozze dell’Agnello nella Gerusalemme celeste (CCC 1329).
Venerdì santo: Santo sacrificio, perché attualizza l’unico sacrificio di Cristo Salvatore e comprende anche l’offerta della Chiesa; o ancora santo sacrificio della Messa, sacrificio di lode (Eb 13,15), sacrificio spirituale, sacrificio puro e santo, poiché porta a compimento e supera tutti i sacrifici dell’Antica Alleanza (CCC 1330).
Veglia Pasquale: Comunione, perché, mediante questo sacramento, ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo (CCC 1331).
Giorno di Pasqua: Santa Messa, perché la liturgia, nella quale si è compiuto il mistero della salvezza, si conclude con l’invio dei fedeli (missio) affinché compiano la volontà di Dio nella loro vita quotidiana (CCC 1332).
La peculiarità del tempo di Pasqua potrebbe essere valorizzata con alcune attenzioni:
don Carlo Dalla Verde
Ufficio diocesano per la pastorale liturgica e la musica sacra
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